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Cenni storici

Premessa

Tra il 1839 ed il 1848 i fermenti rivoluzionari scoppiati in Italia ed in Europa allarmarono gli Austriaci che provvidero a potenziare le fortificazioni distribuite nei loro domini.

Per quanto riguarda Verona, fu emanato un apposito ordine da Vienna affinchè la città fosse convertita in una perfetta piazza d'evoluzione: essa divenne il baluardo principale del Lombardo-Veneto e fu trasformata in piazzaforte a campo trincerato.

Conseguenza del potenziamento dell'apparato difensivo fu la crescita del contingente militare: 20.000 uomini su 60.000 abitanti.

Caserma Mastino

Nella nuova ottica logistica del Genio Militare Austriaco rientrò la realizzazione del complesso di accasermamento detto "il Campone" (costruito nel 1840,in contemporanea con Castel San Pietro e L'Arsenale).

Il disegno dell'Architetto Pietro Gemma prevedeva due quartieri militari: uno per fanterie (A mapp. 4002) ed uno per cavallerie (B mapp. 4002).

La vasta area prescelta denominata appunto "il Campone" era ubicata nella zona destra dell'Adige, a Nord-Ovest del bastione della SS. Trinità, entro la cinta difensiva, in prossimità della Piazza d'Armi ed in posizione funzionale per i movimenti di truppa. In zona esisteva inoltre un servizio di trasporti militari situato nel Convento dei Cappuccini. I due quartieri militari per fanti e cavalleria erano riuniti in un unico impianto compatto, dallo schema a corte. Unico elemento di separazione un alto muro che divideva in due il cortile.

Il complesso presentava due fronti, quello prospiciente Via dell'Olmo, oggi Via del Fante (dove alloggiavano le truppe appiedate) e quello prospiciente Via del Campone, oggi Via del Lanciere (dove alloggiavano le truppe montate). Quest'ultimo non è altro che l'attuale Caserma "Mastino della Scala".

Tale edificio (che chiameremo "B") planimetricamente è composto di un elemento centrale e due ali laterali; internamenti gli ampi spazi sono divisi da setti murari ordinati modularmene.

Al piano terra, dov'era la scuderia, tre atrii carrabili fungono da collegamento con il piazzale interno e, adiacenti, sono situati i percorsi verticali d'accesso ai piani superiori.

Al primo e secondo piano, ove alloggiavano truppa e ufficiali, si sviluppa, sul lato interno, un percorso di distribuzione alle varie stanze (tipologia ripresa anche nella Caserma-Forte Castel San Pietro). In aggetto rispetto alla linea dell'edificio sono situati due gruppi di impianti igienici.

Gli alzati si articolano su tre piani; la facciata verso la Via del Lanciere presenta qualche accenno neoclassico. Una serie di aperture rettangolari si alternano a trifore riquadrate da semplici profili in calcare tenero locale ("tufo") e sono dotate di bancale sagomato. Una modanatura rafforza il primo piano ed i fori sono sormontati da timpani solo nella parte centrale.

I due ampi cortili interni, inizialmente liberi, furono occupati successivamente da capannoni adibiti a vari usi, mentre esternamente sul lato verso i bastioni fu aggiunto un basso fabbricato con funzione di scuderia.

Il complesso, nel suo insieme, poteva ospitare circa 4.000 soldati senza contare i quadrupedi ed i numerosi carriaggi. Era dotato di impianti tecnologici ed igienici decisamente all'avanguardia per il periodo. Durante gli ultimi anni della dominazione austriaca, con l'uso del sistema di comunicazione telegrafica, venne qui installata una centrale operativa di collegamento tra le varie città dell'Impero e le vicine piazzeforti Venete.

Dopo l'annessione (1866) le autorità militari italiane lasciarono in abbandono le strutture militari austriache ed optarono per un loro smantellamento; ma il Generale Piannel si oppose ad una tale politica e contribuì affinchè la piazzaforte veronese non andasse in rovina. Così "il Campone" il 13 dicembre 1898 risultava annesso ed occupato a titolo di locazione per usi e servizi governativi dell'Amministrazione dipendente dal Regio Ministero della Guerra per il servizio militare e la difesa dello Stato.

Nel periodo bellico, tra il 1940 ed il 1945, la struttura subì notevoli danni a causa dei bombardamenti aerei, vi fu il crollo di parte dell'ala su Via dello Zappatore e del tetto in altri punti.

Codificato nel tempo l'utilizzo di carattere militare, la Caserma "Mastino" svolse tale funzione fino agli anni 1970. Il 30 giugno 1983 il Ministero della Difesa lo cedette al comune di Verona.

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